approfondimenti

5 Febbraio 2021

Alimentazione e fertilità maschile: gli effetti del cibo sui giovani adulti infertili

autore Dott.ssa Gaia Begnini

L’articolo è tratto dalla tesi di Laurea in Dietistica della Dr.ssa Gaia Begnini intitolata “Alimentazione e fertilità maschile: gli effetti del cibo sui giovani adulti infertili. Una revisione sistematica e studio osservazionale” (Relatore Prof. A. Ferlin, Correlatore Dott. A. Delbarba) condotta presso l’Università degli studi di Brescia e presso gli ambulatori di Endocrinologia-Andrologia dell’ASST Spedali Civili di Brescia. La passione che contraddistingue la nostra Gaia ha permesso non solo di aggiornare lo stato dell’arte sull’argomento ma soprattutto di ravvivare la nostra coscienza sulla necessità di una seria presa in carico di noi stessi. Speriamo faccia breccia anche su di voi.


Sta acquisendo sempre maggiore importanza il ruolo di una corretta alimentazione in termini di prevenzione e cura delle malattie cronico degenerative, ma anche per il mantenimento del benessere psico-fisico e della fertilità maschile. Questo aspetto risulta essere notevolmente importante, dato che ad oggi il 10-15% delle coppie presentano infertilità di coppia e purtroppo la fertilità maschile è andata incontro ad un significativo peggioramento negli ultimi decenni [1]. L’eziologia dell’infertilità maschile (è implicata nel 30-40% delle infertilità di coppia) risulta essere varia, da cause patologiche-organiche o anatomiche, sino a condizioni ambientali (inquinamento e sostanze dannose), sociali (ricerca del primo figlio in età sempre più tardiva) e correlate ad uno stile di vita scorretto (stress cronico, abuso di droghe o alcool, fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta, obesità).

Sono limitati gli studi scientifici di rilievo che hanno indagato nel dettaglio gli effetti dell’alimentazione rispetto alla fertilità maschile, ma è di comune accordo che una alimentazione scorretta ed ipercalorica (quale è purtroppo sempre più frequentemente l’alimentazione occidentale), associata ad uno stile di vita poco attivo o sedentario, non sia l’ideale per preservare al meglio la fertilità maschile, oltre che in generale il benessere psico-fisico dell’individuo.
In ogni modo, sulla base dei dati scientifici disponibili, emerge una relazione tra stile di vita attivo, buona qualità dell’alimentazione e fertilità maschile. In particolare, è stato osservato che la qualità del liquido seminale ed i livelli degli ormonali sessuali maschili dipendano anche dal tipo di alimentazione. Dunque, anche se ad oggi non sono definiti i meccanismi e l’entità con cui l’alimentazione possa impattare sulla fertilità maschile, possiamo affermare che un buon potenziale di fertilità possa “passare anche dalla tavola”.

Innanzitutto, una considerazione importante in merito, è sottolineare che il primo passo per non inficiare il potenziale di fertilità maschile sia avere un normale peso corporeo, che non tenda quindi al sovrappeso o peggio all’obesità. Il soggetto obeso, a causa di un aumentato rilascio di adipochine e di uno squilibrio metabolico-ormonale, presenta infatti un alterato asse ormonale ipotalamo-ipofisi-gonadi, che comporta un aumentato rischio di disfunzione testicolare spermatogenica e di disfunzione erettile [2, 3]. In aggiunta ad una corretta alimentazione, per mantenere un normale peso corporeo e un buon potenziale di fertilità, fondamentale è anche una regolare attività fisica. L’esercizio fisico ed uno stile di vita attivo migliorano infatti i parametri del liquido seminale sia qualitativamente sia quantitativamente [4].

Premesso dunque l’importanza di mantenere un normale peso corporeo tramite uno stile di vita attivo e una corretta alimentazione, vediamo ora in maggior dettaglio l’impatto che hanno sulla fertilità maschile diversi tipi di alimenti e diete. Un prodotto di consumo dibattuto è l’alcol. Quello che emerge dagli studi è che un costante ed elevato consumo alcolico si associ ad alterazione dell’asse ormonale ipotalamo-ipofisi-gonadi e a compromissione della funzione testicolare, con conseguente alterata spermatogenesi, ridotta produzione di testosterone (i cui ridotti livelli intra-testicolari possono inficiare la maturazione degli spermatozoi), atrofia testicolare, ipogonadismo ed infertilità maschile [5,6]. Uno studio ha addirittura osservato un effetto nefasto indiretto dell’alcol sulla fertilità di figli maschi di donne consumatrici di alcol in gravidanza [7].Dati minori e contrastanti, in merito all’impatto sulla fertilità maschile, vi sono invece per teina e caffeina, per cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ne consiglia in maniera precauzionale un consumo non eccessivo (non superiore a tre unità giornaliere) [8].

Partendo dal presupposto che la pianificazione di una dieta corretta e bilanciata può essere fornita ricorrendo ad una valutazione dietetica-nutrizionale, vediamo ora quali sono in letteratura le diete maggiormente consigliate per preservare la fertilità maschile o che potrebbero inficiarla. E’ stato osservato che si associa ad una migliore qualità del liquido seminale una dieta ricca in nutrienti quali acidi grassi omega-3, antiossidanti, fibre e vitamine (quindi a base soprattutto di pollame, pesce, frutta e verdura) e a bassa concentrazione di alcool, dolci, carni lavorate e grassi saturi e trans-saturi (cioè a ridotto contenuto di burro, margarina e insaccati) [9,10]. Tale modello dietetico, definito ‘’Prudent’’, è infatti associato ad un aumento della concentrazione degli spermatozoi e della loro motilità progressiva. All’opposto, la Dieta Occidentale che oggi va purtroppo per la maggiore (ad alto contenuto calorico e a scarso valore nutritivo) potrebbe ridurre la concentrazione spermatica ed aumentare il rischio di astenozoospermia (ovvero ridotta motilità degli spermatozoi), oltre che peggiorare il profilo ormonale maschile in termini di rapporto tra estrogeni (aumento) e testosterone (diminuzione) [11-13].

I prodotti lattiero caseari sembrano invece presentare un diverso effetto sui parametri seminali in base alla concentrazione di grassi contenuti: un elevato consumo di prodotti lattiero caseari ad alto contenuto di grassi si associa a peggiore morfologia e motilità seminale, all’opposto di quanto si osserva consumando preferibilmente prodotti lattiero caseari magri [14].
Un maggiore consumo di acidi grassi saturi e trans-saturi (es. burro, margarina, fritture, salatini, pizzette, fast-food, snack) comporta una riduzione della concentrazione e della qualità seminale, mentre una preferenza verso l’utilizzo di acidi grassi insaturi (es. cereali semplici, olio d’oliva, pesce) si associa a miglior numerosità, vitalità e motilità spermatica ed inoltre riduce la frammentazione del DNA spermatico [15-17]. Il consumo di pesce può migliorare la numerosità e la morfologia seminale, mentre il consumo eccessivo di carni rosse lavorate può associarsi ad aumentato rischio di astenozoospermia [18-20]. Il consumo di soft-drink (bibite) è invece associato a ridotta motilità progressiva spermatica, bassi livelli di testosterone sierico ed aumentato rischio di infertilità sia maschile che femminile [21].

Possiamo quindi affermare che modelli dietetici sani, che rispecchiano le caratteristiche della Dieta Mediterranea, migliorano i parametri seminali [22-25]. Una valutazione dietetica può quindi essere importante per consigliare una dieta corretta e bilanciata, sulla base delle abitudini alimentari del soggetto, ad esempio valutandone l’aderenza alla dieta mediterranea (con questionari quali ad esempio il PREDIMED). Si evidenza quindi l’importanza della consulenza nutrizionale non solo per la salute generale, ma anche in ambito di fertilità maschile. In merito, possiamo affermare che uno stile di vita attivo e salutare, associato ad un corretto stile alimentare e ad una buona aderenza alla dieta mediterranea, può essere un ottimo alleato per la salute generale e riproduttiva!

Vorrei concludere con un monito al lettore: “Risulta evidente che un accumulo di grasso corporeo ed uno stile di vita malsano influiscono negativamente sulla fertilità. Uno stile di vita sano ed una dieta bilanciata, basata sulla dieta mediterranea, nella sua totalità, ovvero ricca in verdure, frutta, cereali integrali, pesce, legumi, carni scelte, olio di oliva e, soprattutto, frugale e modesta nei consumi complessivi, ed accompagnata da tanta attività fisica e da quella convivialità che può ridurre stress e alienazione, può portare enormi benefici, anche in termini di fertilità”.

BIBLIOGRAFIA

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